18/09/08

Qui Inghilterra, la Legione Straniera dei patron


Premier, di nome e di fatto. Il campionato dei padri fondatori, conservatori, tanto, troppo, attenti a non sporcare il gioco del calcio da ingerenze esterne, tra i primi ad affidarsi allo straniero per risolvere crisi tecniche e finanziare. Stupisce, anzi, non più, il proliferare di padroni esteri dei club d'Oltremanica, la puritana Inghilterra vista come terra di conquista economica, miniera d'oro in cui far crescere gli affari, propri soprattutto. Gruppi, holding, multimiliardari ad ammaliare folle di tifosi assetati di successi, speranzosi di vedere la propria squadra assurgere al grado di 'Big', desiderosi di correre allo stadio ad ammirare campioni che mai in passato avrebbero vestito la maglia del loro club del cuore. Tutto passa attraverso la 'globalizzazione' calcistica che amplia confini e garantisce possibilità infinite. L'interesse di Bill Gates per il Newcastle è solo l'ultimo di una tendenza, già inaugurata, e che proseguirà nel tempo. Otto club di Premier League devono le proprie fortune o sfortune a personaggi più o meno illustri e dal passato più o meno discutibile. Il Manchester United ha continuato a mietere successi sotto la guida, finanziaria, di Malcolm Glazer, magnate statunitense, e di origini lituane (come se non bastasse), di gioielli, e grazie alla sagacia di un 'Braveheart' scozzese come Sir Alex Ferguson.

Il Chelsea, nel mentre, è emersa come squadra più forte d’Inghilterra grazie ai dobloni portati a Londra dal paperone russo Roman Abramovich, noto benefattore dei club di mezza Europa quanto a cessioni a basso costo e acquisti senza badare a spese. Non solo le due big del calcio inglese, addirittura un islandese come Bjorgolfur Guomundson è il patron del West Ham di Zola e Di Michele, due italiani, che insieme al direttore tecnico Gianluca Nani, sta costruendo il proprio progetto vincente. Il Portsmouth è nelle mani del russo Alexandre Gaydamak che, nonostante le molte sterline di cui dispone, non ha ancora reso il club tecnicamente all'altezza delle grandi. Come se non bastasse il Fulham ha come proprietario Mohamed Al Fayed e l'Aston Villa ancora uno statunitense come Randy Lerner, tanti proclami e scarsi risultati. Il Manchester City di Thaksin Shinawatra, fino a ieri l'altro, ha fallito, da valutare quello di Sulayman Al Fahim più che di Robinho. Il Liverpool di Tom Hicks e George Gillett ha vinto, per meriti strettamente sportivi, ma al di là di una oculata gestione societaria.

Insomma, alla fine, non tutto ciò che è oro luccica, si rischia una spersonalizzazione dell'identità della squadra rispetto al suo luogo di appartenenza, forse e specie con il fondatore di Microsoft a ‘smanettare’ dal di dentro, si giungerà davvero al caso dell'Ebbsfleet, inglese (ma va!!!), squadra che milita nel campionato di 'Football Conference', gestita dalla community ‘MyFootballClub’ in cui i soci decidono le strategie economiche, tecniche e di gestione attraverso voti espressi dal web. Effetti della tecnologizzazione, onda non più anomala di un mondo (quello del calcio) che sta rapidamente cambiando.

13/09/08

Tommasi: ''Passione e entusiasmo più forti degli infortuni''


La voglia è la stessa di quel ragazzino che diciotto anni fa vestì per la prima volta la maglia del Verona, preambolo di una favola che ancora oggi dura e che non conosce soluzione di continuità, se non il perdurante rincorrere di un pallone su un campo di calcio. Damiano Tommasi riparte dall'Inghilterra, Paese che toglie, un anno e mezzo di carriera (fatale nel 2004 lo scontro con Taggart dello Stoke City ndr), Paese che dà, una nuova chance con la maglia del Queens Park Rangers. L'ex calciatore di Roma e Levante, reduce dall'infortunio al ginocchio rimediato in Spagna, ha raccontato a Sky l'attesa per il nuovo inizio.Damiano, come stai innanzitutto, sei pronto per la nuova avventura?"Sto bene e ho voglia di cominciare. Tornare a giocare era un mio desiderio forte dopo l'esperienza al Levante, mi sento ancora competitivo e ho avuto questa occasione da sfruttare. Il calcio inglese mi ha sempre affascinato per l'agonismo, per il modo di interpretare il gioco".Briatore è un boss che pretende molto dai suoi in Formula 1, lo stesso nel calcio, come ti ha accolto?"E' stato lui a prospettarmi questa soluzione, abbiamo parlato delle mie condizioni e della squadra che, praticamente, era già fatta, ma essendo svincolato lui ha ritenuto che io potessi dare un buon apporto. Flavio, poi, è molto attento al suo club e ci tiene ai risultati".Spiegaci una cosa, a 34 anni con una carriera come la tua e dopo due gravi infortuni dove si trovano gli stimoli per continuare ad allenarsi e a lottare per un posto in squadra?"E' la passione che muove tutto, lavorare in campo per me non è ancora un sacrificio, anzi è divertimento, quando mancheranno queste componenti credo che dovrò trovarmi un nuovo lavoro. L'unica discriminante è se dovesse mancare l'entusiasmo, che ora c'è, ma anche questi giovani che corrono molto forte..."Ovviamente avrai un occhio e un orecchio rivolto al campionato italiano, la 'tua' Roma può stupire ancora di più?"Dipenderà dal modo in cui sapranno sopportare gli stress e le eventuali sconfitte. Inoltre, sarà ancora determinante l'apporto di Francesco Totti e anche se la squadra ha dimostrato di poter sopperire alla sua assenza, lui è in grado di far fare ai compagni il salto di qualità. Non dovranno mai perdere la calma, così saranno in grado di lottare fino in fondo in campionato e in Champions".Tu che sei molto attento anche a ciò che succede fuori dal campo, hai seguito la storia di Stefano Borgonovo e della SLA, che contributo possono dare i calciatori contro questo avversario durissimo da superare?"Innanzitutto occorre mantenere sempre alta l'attenzione sul problema e capire effettivamente da dove deriva e perché si sviluppa. Premettendo che è una malattia che colpisce indipendentemente dal mestiere che si svolge, ogni calciatore dovrebbe mettersi a disposizione, innanzitutto promuovendo la ricerca grazie alla raccolta dei fondi necessari, poi mostrando disponibilità nell'aiutare gli studiosi a capire le cause".Concludendo con il calcio giocato, cosa ti aspetti da questa stagione?"L'unica cosa che chiedo è l'opportunità di fare il mio lavoro, di giocare e mettermi a disposizione della squadra, è quella la cosa più importante".Insieme all'insegnamento di vita e di sport di Damiano Tommasi, guerriero-gentiluomo del calcio moderno.

04/09/08

MANCINI, FUTURO IN PREMIER: IPOTESI WEST HAM

Era rimasto senza panchina al termine della scorsa stagione, ammaliato dal Chelsea e poi ripudiato. La Premier League potrebbe essere ancora il futuro di Roberto Mancini: non a Stamford Bridge, nemmeno alla corte dei multimiliardari del City, ma sulla panchina del piu` modesto West Ham che necessita di un nuovo allenatore dopo le dimissioni rassegnate da Alan Courbishley in contrasto con il club per una campagna acquisti non condivisa e che, tra gli altri, ha portato a Londra David Di Michele dopo che, in estate, era stato Valon Behrami a raggiungere gli `Hammers`.L`ipotesi e` suggestiva, la pista senz`altro percorribile anche se c`e` da battere la concorrenza di un certo Slaven Bilic, idolo dei tifosi da giocatore e pronto a raccogliere l`eredita` di tecnico dopo la positiva esperienza sulla panchina della Croazia agli ultimi Europei. Se, da una parte, il problema dell`ingaggio (circa 6 milioni a stagione) rappresenta un ostacolo per la dirgenza londinese, d`altro canto, la voglia del `Mancio` di rimettersi in gioco e` molta.Probabilmente l`ex tecnico nerazzurro aspettera` un progetto ambizioso anche se le `big` d`Europa hanno gia` sistemato le proprie panchine. Scolari sembra in una botte di ferro al Chelsea, Guardiola e` un idolo a Barcellona e Schuster apprezzato al Real. A Mancini occorre rilanciarsi e la rosa degli `Hammers` non e` male per tentare la prima avventura da tecnico d`Oltremanica.