23/10/08

Maradona Jr: "Al River il calcio che fa per me"


Stessi sapori, medesimi odori, gente ospitale, di cuore diremmo in Italia. Napoli-Buenos Aires tanti chilometri e nel mezzo un oceano di speranze, di vita e calcistiche. Diego Armando Maradona Junior se le culla entrambe dopo essere stato per la prima volta in Argentina, perché non si sente un 'gringo', ma semplicemente 'pibe' e non necessariamente 'de oro'. Tanta la voglia di ricongiungersi con alcuni degli affetti più cari, pronta a incontrarsi con il desiderio della sorella Giana e a scontrarsi con un divieto che fa male, troppo, di avvicinarsi a chi non ha potuto mai sentire, nemmeno al telefono. Al rientro a Napoli, il bagaglio di Diego è pesante, nella valigia tante emozioni contrastanti e la certezza di tornare per provare a vestire la casacca del River Plate, squadra argentina del cuore, e rientrare, un giorno, in Italia, da calciatore maturo. Il viaggio lungo, l'attesa logorante è stata ripagata: "C'è stata la grande emozione di aver conosciuto mia sorella - ha spiegato Diego Junior a Sky.it - E poi la bellezza di vedere un posto fantastico come l'Argentina e Buenos Aires che un po' assomiglia a Napoli, per il mare e per la gente". Iniezioni di felicità presto contrapposte al muro, inspiegabile, eretto da qualcuno che ha impedito a Maradonino di avvicinarsi, tra gli altri, a Dalma e Giannina: "Mi è stato vietato", questo l'amaro commento.Tristezza che ha lasciato spazio ancora a un sorriso, quello che sa regalare un pallone al piede e il piccolo sogno di vestire la maglia de 'Los milionarios' condita dalla possibilità reale di calcare, in futuro, l'erba del 'Monumental': "Sono stato contattato per degli allenamenti - ha spiegato ancora - Tra un mese sarò di nuovo con loro per continuare questa esperienza. Sono tornato perché devo sistemare un ginocchio malandato, ma la possibilità di giocare nel River è reale". Quattro chiacchiere con Diego Simeone, il tecnico della prima squadra, per commentare la qualità del calcio albiceleste: "Abbiamo parlato della partita che avevano disputato contro il Gimnasia - ha detto Diego Junior - Il calcio argentino non è per nulla semplice come dicono, è un po' più lento, ma più tecnico e meno tattico, in Italia c'è sempre qualche pregiudizio sui campionati esteri, ma qui è dura fare il calciatore di serie A, forse anche più che da noi". Qui dove i tecnici non lo hanno considerato per quello che Maradonino è, lasciando sempre spazio ad accostamenti improponibili e a valutazioni fondate su un erroneo metro di giudizio: "Mi hanno chiuso le porte sempre per la stessa storia ed io, francamente, sono stanco di sentirla". E allora la possibilità River è un'occasione ghiotta per tornare in patria da vincitore: "Anche se io mi sento un po' argentino a tal punto che sto chiedendo la doppia nazionalità - questa la rivelazione - Credo di aver trovato un calcio che si addice alle mie caratteristiche, le possibilità di indossare il biancorosso sono alte". Quella maglia del River che, con 'Maradona Jr 10' stampato sulle spalle, ha lasciato spazio a facili speculazioni di chi vuole, ad ogni costo, alimentare la polemica: "Non m'interessa ciò che pensa l'opinione pubblica - ha ribadito - La scelta del River e non del Boca (il club di Diego Senior ndr) come squadra favorita non è un gesto di sfida nei confronti di nessuno, è dettata dal cuore". Dalla passione per un club e per una città che potrebbero diventare la sua seconda casa, per nulla diversa dalla prima, ma con possibilità infinitamente maggiori di successo.

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