27/05/08

CAPITANO O MIO CAPITANO

Quelle lacrime hanno ricordato a molti il pianto a dirotto di Franco Baresi dopo la finale dei Mondiali del 1994. Perdere al termine dei calci di rigore è sempre un'ingiustizia specie per chi da eroe in campo si trasforma in antieroe a causa di una lotteria nella quale oltre alla bravura contano innumerevoli altri fattori. John Terry, il duro del Chelsea, si è sciolto in un pianto che ha commosso per il dramma sportivo, per la sfortuna, l'ingiustizia a cui il giocatore è andato incontro. Poteva restare nella storia e nella storia, è certo, resterà per il motivo opposto: per quel tiro dagli undici metri maledettamente finito sul palo. Sogni e speranze dei tifosi 'Blues' spenti, poi, dal penalty fallito da Anelka, ma questa è un'altra storia. Quello che si vuole rimarcare è il gesto di Fabio Capello che ha voluto cedere a Terry la fascia di capitano dell'Inghilterra, perché il giocatore va recuperato, e subito, sotto il profilo psicologico. Gli sfottò, pungenti, irriverenti che la satira britannica ha messo a punto dopo la finale di Mosca, hanno colpito nell'animo il calciatore. Mister Capello, per un attimo, ha assunto i connotati di figura paterna mostrando il lato umano della sua ferrea e imperscrutabile personalità. John Terry capitano dei 'Tre Leoni' è una scelta coraggiosa e doverosa, perché il calciatore è un leader e l'uomo va, necessariamente, aiutato.

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