13/05/08

CI AVEVAMO QUASI CREDUTO...

Lo avevamo pensato e, forse, ci avevamo anche creduto. Il campionato più bello degli ultimi anni, giusto, pulito, leale, senza risultati accomodati da motivazioni ormai ridotte ai minimi termini e spirito sportivo che aveva inorgoglito il nostro calcio tornato improvvisamente a far parlare di sé per la sua imprevedibilità, per un finale thrilling del quale andare fieri. La provvidenza ha fatto sì che tutto quanto non fosse inficiato dal generoso rigore accordato e poi sbagliato da Materazzi. Eravamo riusciti a credere che tutto portasse a decidere l'assegnazione del titolo solo e unicamente sul campo, unico giudice pronto a elargire meriti e a decretare sentenze. Sono bastati due giorni per capire, invece, che così non sarà comunque vada a finire. L'esonero, inaspettato, illogico di Hector Cuper ha aperto le danze e al di là delle malelingue che vedono un gesto pro-Inter in tutto questo, ma senza prendere le parti di chicchessia lo si può ritenere un non senso. Ha calcato la mano anche l'Osservatorio del Viminale proponendo sul piatto d'argento la polemica per 'i due pesi e due misure' che la discutibile scelta sui tifosi di Inter e Roma ha generato. I giallorossi non potranno sostenere la squadra, gli interisti sì in nome di un ordine pubblico a repentaglio a Catania e a Parma no. Su quale base, per quale motivo? Non si renda ridicolo un finale di campionato giocato con grande fair play in campo in cui burocrati e istituzioni, fino a non molto tempo fa nascoste, vogliono assurgere a protagonisti di uno spettacolo che non deve passare attraverso decisioni che non tengono conto di passione e sofferenza, di voglia di far festa concessa all'una e negata all'altra. Questo non è giusto, così si mina la base dello sport.

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