29/09/10

Lazio e il metodo Reja: "Squadra che vince si cambia"


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Ci sono voluti due anni esatti dall'ultima volta per vedere la Lazio nuovamente prima in classifica. Guarda caso alla quinta giornata come accadde proprio quel 28 settembre di due stagioni fa. E' vero, siamo solo all'inizio di un campionato che si preannuncia combattutto, difficile ma in cui tutti possono coltivare sogni. La formazione di Reja è certamente una delle candidate a realizzare il proprio di sogno. Lo Scudetto? Improbabile, ma ipotizzare una Lazio in grado di conquistare un posto nella prossima Champions League non appare troppo azzardato. I motivi per credere nella squadra di Reja sono tutti validissimi. Un nuovo leader come Hernanes ha dato qualità, imprevedibilità, freschezza di gioco a una formazione che nella scorsa stagione ha dovuto lottare per non retrocedere fino alla fine. Il Profeta, come è soprannominato, ha dimostrato di saper predicare bene e razzolare meglio.

E finalmente si è rivisto Zarate, quello vero, quello che non andava a segno dallo scorso San Valentino in un Parma-Lazio, prima di Reja sulla panchina biancoceleste. Ritrovato, rispolverato e finalmente decisivo dopo essere rimasto a guardare i compagni contro Bologna, Fiorentina e Milan. Il numero 10 biancoceleste col Chievo ha sprecato molto e poi ha messo la sua firma su questo primato che in fondo a Reja e Lotito non appare una sorpresa. La formula del tecnico goriziano è in controtendenza rispetto a quella di tutti gli altri allenatori del mondo: "Squadra che vince, si cambia", e i risultati gli hanno dato finora ragione. 5 formazioni diverse in 5 partite testimoniano la bontà delle scelte. La rosa è ampia, finalmente, le alternative non mancano in ogni reparto. Aver mantenuto in squadra Ledesma ha permesso a Reja di avanzare il raggio d'azione proprio di Hernanes, l'ingaggio di Gonzalez è stato indovinato come quello del giovane Cavanda. La difesa è rimasta pressochè quella della passata stagione e ciò ha permesso di rodare meccanismi e di amalgamare un reparto che, nel campionato italiano, diventa spesso fondamentale.

Davanti Floccari, Rocchi, lo stesso Kozak, Zarate ma anche Foggia o Mauri che sono uomini d'attacco garantiscono qualsiasi tipo di varianti cui spesso Reja fa ricorso in base alle caratteristiche dell'avversario. Il vantaggio che ha la Lazio, rispetto alle altre big, è certamente quello di non giocare le coppe. Tutte energie preziose risparmiate e la possibilità di avere sempre giocatori freschi da schierare. Il primato sembra non dare alla testa, per il momento, Reja continua a predicare calma e umiltà, spegnendo facili entusiasmi e riportando tutti con i piedi per terra.

Le trappole di un campionato così insidioso sono dietro l'angolo ma intanto la Lazio si gode il ruolo di capolista aspettando il Brescia e una serie di partite, tra cui quelle contro Bari e Cagliari, che potrebbero continuare ad alimentare entusiasmo e punti, per continuare a credere in un sogno che appare un po' più possibile.