03/02/08

LAVEZZI, PIU' LO MANDI GIU'...

Scomodare paragoni illustri non è il caso, ma parlare di un nuovo idolo pronto ad infiammare le folle sotto il Vesuvio sembra il modo più adeguato per celebrare le prodezze di Ezequiel Lavezzi, presentato come nuovo Maradona, travolgente nelle sue prime apparizioni con la maglia azzurra, messo nel dimenticatoio a causa di 76 lunghissimi giorni d'astinenza dal gol, giudice unico e implacabile pronto a benedire nuovi campioni o a bocciare come flop acquisti costosi e azzardati. Qualcuno vorrebbe dei gol in più dal "loco" di Rosario per assurgere a quel ruolo di trascinatore che il blasone passato e potenzialmente futuro del Napoli richiede. Non è così perché la formazione di Reja si è aggrappata al suo fenomeno. L'argentino, come ogni genio calcistico, si è caricato la squadra sulle spalle nel momento del bisogno: la standing ovation riservata dal pubblico del San Paolo al suo talento più puro, la dice lunga sull'importanza di questo calciatore per il destino partenopeo. E pensare che, per un attimo, Lavezzi aveva detto basta con il calcio giocato preferendo lavorare come elettricista con i fratelli. E invece la "scossa" se l'è portata dietro, nel suo dribbling esplosivo, nei guizzi che lasciano immobili gli avversari. I gol, quelli, forse, arriveranno con il tempo in maniera più continua. In fondo a 22 anni si può ancora migliorare, ma a Napoli, città e squadra, senza volere per forza rivivere il mito del Diego che fu, per il momento può anche bastare.

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