18/02/09

Roby Baggio, tanti auguri e troppa nostalgia...

Caro Roby
Sono certo che resterai stupito perché ricordo che oggi è il tuo compleanno. Spesso si pone attenzione sui protagonisti che ancora calcano un campo di calcio e anche se tu da quasi cinque anni non lo fai più io resto sempre ancorato a quella classe che, nella vita e nel calcio, hai sempre mostrato contro avversari e con i compagni, nella gloria e nelle cadute, dolorose, di quelle ginocchia che non ti hanno consentito di andare oltre. Non è difficile pensare che sul calendario di chi è cresciuto nel tuo mito e con le tue gesta, che ha imparato a capire il tuo stile di vita, a volte da Raffaello, spesso da Divin Codino, e qualche volta da Coniglio Bagnato, come soleva chiamarti l'Avvocato, il 18 febbraio sia segnato in rosso come un giorno di festa. Nostalgia? Forse sì, forse troppa perché è sempre più difficile trovare, oggi, un campione trasversale che metta d'accordo sulle polemiche e riesca, per un attimo, a farci capire che, in fondo, stiamo parlando di un gioco e che tale bisogna considerare il calcio, sempre, comunque.Ci mancano le tue parole, il tuo senso di giustizia calcistica che ha convinto un popolo intero ad acclamarti, una volta di più, in Nazionale, la tua vera squadra, quella a cui hai dato il cuore e avresti dato di più se solo l'intramontabile Trap avesse guardato un po' oltre il suo senso pratico. Tu che sei stato capace di dimostrare a Lippi, non ancora ct mondiale, che non sempre la rudezza del tecnico burbero può aiutare a vincere, a mio modo di vedere, plasmandone una seconda personalità, più aperta al confronto e alla critica, che, probabilmente gli è servita per vincere quella Coppa sfuggita a te insieme a quel rigore sulla traversa di Pasadena.Tu che hai detto a Sacchi: “Ma questo è impazzito”, tu che ti sei presentato in sala stampa con quel cappellino che recitava: “Matame si no te sirvo”, tu che ci hai messo la faccia sempre e comunque, tu che hai abbracciato una fede, la tua fede e di nessun altro e che hai pagato il tuo talento nell’epoca del calcio fisico a scapito del genio, salvo poi far cambiare idea a tutti. Tu che hai capito che il calcio è molto più di uno show business e hai lasciato il campo prima di una partita col Parma perché lo spettacolo non può andare avanti di fronte a una vita spezzata, tu che hai compiuto l’ennesimo miracolo tornando dall’ennesimo infortunio al ginocchio. Tu che ci hai fatto innamorare, una volta ancora del calcio, ci manchi e questa volta non c’è tantra che tenga…Auguri Roby

1 commento:

manidoro ha detto...

sei sempre un grande!!! sia nel tuo campo che in quello di roby