23/03/10

Muller, 36 anni dopo. La Germania ritrova "Der Bomber"

Un filo sottile unisce le loro carriere, un cognome che in Germania richiama la storia dei tempi migliori, quando la nazionale tedesca era una corazzata invincibile e il solo fatto di affrontarla presupponeva un'impresa epica per batterla. Thomas Muller come Gerd Muller, il passato che ritorna dopo aver scavallato generazioni intere. Monaco di Baviera il luogo comune in cui affermarsi, il Bayern la squadra nella quale l'uno, Gerd, ha ottenuto tutti i record possibili e immaginabili e l'altro, Thomas, spera di emulare le gesta del suo omonimo. Perché il ruolo è lo stesso, attaccante, ma il mondo è diverso e non solo perché Thomas è nato a un paio di mesi dalla caduta del muro di Berlino.

Sono passati 36 anni da quando "Der Bomber" infilò la porta dell'Olanda nella finale che regalò il secondo titolo mondiale ai tedeschi all'Olympiastadion di Monaco. All’epoca la tv a colori era appannaggio di pochi, in Germania, di nessuno in Italia.




Il calcio è cambiato tanto, nelle regole, nella preparazione, nella velocità eppure guardando giocare Thomas Muller le pellicole sbiadite e in bianco e nero sembrano riprendere colore. Le somiglianze sono troppe, tante, se non nel fisico, certamente nel ruolo (attaccanti di rapina entrambi) e in quel numero che sembra definire un trait d'union indelebile tra i due: il 13, maglia con cui Gerd vinse la coppa del Mondo del '74 e il titolo di capocannoniere nel '70 (due gol agli azzurri nella mitica Italia-Germania 4-3), e giorno di nascita di Thomas.



Un predestinato, se non fosse che i numeri fatti registrare dal leggendario Muller sembrino irraggiungibili nel calcio moderno: 398 gol con la maglia del Bayern, 68 in nazionale e 69 nelle coppe europee con la squadra di club. Thomas ha dalla sua parte l'età: è un classe '89, gode della stima dell’ambiente Bayern e in nazionale ha già esordito. I Mondiali? Troppo presto, forse, per esserne un protagonista assoluto. L'esordio con la maglia della Germania lo ha reso celebre, al pubblico del resto del mondo, più per il fastidio provato da Diego Maradona nel sedergli accanto nell'insolita conferenza stampa doppia dopo la recente sfida Germania-Argentina. In futuro, però, anche il Pibe de Oro potrebbe ricredersi…

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