02/04/10

Il sogno del Quevilly, dilettanti di professione nella Coppa


Inseguire un sogno per cavalcare la ribalta mediatica di un trofeo che, diversamente dall'Italia, in Francia e in Europa riscuote particolare successo: la coppa Nazionale. Un torneo in cui spesso capita che gerarchie, pronostici, valori tecnici siano sovvertiti da determinazione, spirito di sacrificio e voglia di emergere di squadre infinitamente meno blasonate delle favorite. Una miscela esplosiva che dà vita a risultati sorprendenti.

Calais-Quevilly è una volata di 220 chilometri in autostrada. Due ore di viaggio tra gli epici luoghi dell'operazione Overlord a tutti meglio nota come sbarco in Normandia. Una regione ricca di bellezze naturali e monumenti, dove a ogni angolo si respira un po' di storia. Un posto intriso di un passato che ispira imprese. La distanza tra queste due cittadine della Francia non è misurata soltanto dallo spazio che le divide ma anche dal tempo. Occorre un rewind di circa dieci anni per capire. Maggio 2000: i dilettanti del Calais RUFC disputano la semifinale della Coppa di Francia dopo aver sorprendentemente eliminato una dopo l'altra squadre di livello nazionale e internazionale. La notizia si rincorre in tutta Europa e il gioiello su La Manica diventa il teatro delle imprese di normalissimi ragazzi che battono sistematicamente gli iper professionisti e strapagati calciatori della Ligue 1, la prima divisione transalpina.

Ai giorni nostri il passato si ripete, inframmezzato dalla favola, la stessa e dal finale mestamente simile, del piccolo Montceau che nel 2007 seppe dar lustro alla propria cittadina arrivando tra le prime quattro squadre della coppa nazionale, perdendo con onore dal Sochaux poi vincitore del trofeo. Ad alimentare il sogno in un calcio in cui le vittorie (e le sconfitte) sono sempre più direttamente proporzionali alla capacità del portafoglio è la sorprendente US Quevilly, il club giallonero che allieta le domeniche degli appassionati di Le Petit Quevilly, poco più di 22mila abitanti concentrati a un quarto d'ora da Rouen. L'ormai ultra centenario club di casa milita nella quarta divisione francese (la nostra serie D) e la sua storia racconta di picchi improvvisi (come la seconda divisione raggiunta tra il 1970 e il 1978 o le semifinali di Coppa di Francia datate 1927 e 1968) e disastrose cadute come la discesa tra i dilettanti e il tentativo, finora non riuscito, di rientrare nelle categorie nazionali. Gli sforzi del presidente Michel Mallet tuttavia non sono stati vani. L'occasione è giunta. Con il successo sul Boulogne sur Mer (la società nella quale è cresciuto Frank Ribery ndr), nei quarti di finale della Coppa di Francia (non quella di lega), il piccolo Quevilly si è guadagnato il diritto a disputare la semifinale e l'occasione per riscrivere il finale di una favola interrotta proprio dal Calais (battuto dal Nantes allo Stade de France) 10 anni prima.

Se il risultato raggiunto e raggiungibile dai ragazzi di mister Brouard è incommensurabile dal punto di vista del valore sportivo, non è un oltraggio all'impresa valutarla anche sotto il profilo economico. La società normanna ha un budget annuale di 1,2 milioni di euro e i premi raccolti finora per il cammino in Coppa gli sono valsi approssimativamente 640mila euro, la metà della spesa del club in un anno. Rinverdire le casse grazie a questo risultato significa non solo poter guardare con un certo grado di serenità al futuro, ma provare anche a investire nel tentativo di scalare le categorie. Senza contare l’incremento del valore sul mercato della rosa tra cui ci sono soltanto due giocatori che hanno assaporato un po' di professionismo, Joris Colinet (ex Rouen) e Pierrick Lebourg (una presenza con il Le Havre). Per il resto, tutta gente che accosta il calcio al proprio lavoro quotidiano. Il capitano Gregory Beaugrard non ha potuto festeggiare fino all'alba la qualificazione perché impegnato, il giorno successivo, nell'esame di stato per diventare educatore sportivo. Lo stesso dicasi per Fodié Traorè "costretto" a prendere servizio alle 13 in punto nella polizia nazionale.

Insomma poco più di una comitiva di amici che ha eletto l'Ibiza Club di Rouen come location post-exploit, per celebrare le clamorose vittorie a partire dal successo sul Rennes. Un luogo di vero e proprio culto sportivo e un rito scaramantico da dover ripetere costantemente per non inficiare la magia del momento. Tra poco più di due settimane ci sarà la semifinale contro il Paris St. Germain. Tanto per rendere l'idea, come se il Chioggia si giocasse la qualificazione contro la Juventus in Coppa Italia. Da noi, impossibile, sicuro. Non in Francia dove il regolamento del trofeo nazionale non chiude le porte ai sogni. E quando a Petit Quevilly la gente si sveglierà, il giorno sarà comunque un po' più luminoso del solito.

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