16/11/07

RESTA SOLO L'AZZURRO

Un anno e mezzo fa, quando Calciopoli era ben che cominciata e si proponeva come tsunami pronto a distruggere dalle fondamenta il calcio italiano, il Paese riuscì a reagire sulla scia delle emozioni che ci regalò la Nazionale di calcio in un cammino fatto di voglia di rivalsa, di rabbia e di attaccamento alla maglia che ci condusse fino al titolo di Berlino. Ora che il mondo calcistico è nuovamente messo a repentaglio, costretto sulle difensive da una violenza che non solo è dilagante, ma che non ha nessuna ragione d'esistere associata a questo sport, ancora una volta, siamo pronti ad aggrapparci ad un ideale azzurro per dimostrare se non al mondo, in questa occasione, quantomeno all'Europa che il calcio italiano, benchè moribondo quanto a contesto, è sempre presente, lucido e soprattutto pronto a farsi valere sul campo. La gloria in palio è ben minore che quella conquistata in Germania, i problemi da affrontare diversi e di gran lunga più gravi, ma il filo conduttore che unisce, finalmente, senza campanilismi di sorta, senza per forza ricorrere a un amico tifoso comune ammazzato, per condividere insieme momenti di rinascita è sempre lo stesso, quella maglia azzurra che regala speranza, l'unica a resistere nel mondo di un pallone che ha perso la sua sfericità, mostrando tutti gli spigoli, fastidiosissimi, non più tollerabili, immediatamente da smussare. Agli azzurri la responsabilità di restituire gioia a tanta gente che guardando la tv o andando allo stadio ha smesso, già da tempo, di sorridere

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