11/11/07

SPORT CAOS

Nostalgia di un tempo passato e nemmeno troppo lontano. Tornando a vedere con gli occhi di bambino quel mondo in cui e per cui si è cresciuti sognando di diventare campioni dello sport, ammirando le gesta di chi ci ha fatto innamorare di un pallone o di una bicicletta, di una racchetta e di un volante, siamo qui, ora a commentare quello che non c'è più, anzi, ciò che esiste ancora, ma trasformato alle radici, nell'essenza e nella morale. Nell'epoca in cui, forse, la società non è in grado di marcare linee guida per i giovanissimi, la speranza che lo sport fungesse da surrogato è svanita. Calciopoli è passata da tanto tempo, ma le scorie sono rimaste, poco è cambiato e solo nell'atteggiamento più tollerante degli spettatori. Le isole felici non sono sopravvissute, annegate tra scommese e doping, sottratte di quell'aura di sport "puliti" che sembravano portarsi dietro come eredità genetica. Il tennis, aristocratico per definizione, è finito per diventare mezzo ad uso, consumo e vittoria del popolo assetato di denaro, dando vita a un vero e proprio business delle scommese. Match persi di proposito, avvelenamenti presunti (come quello di Haas in Russia), positività alla cocaina (Hingis), hanno sporcato le mise bianche che i tennisti a Wimbledon in un passato relativamete recente solevano vestire. Il ciclismo ha il sangue malato, le confessioni di Rasmussen, l'Operacion Puerto e Basso, l'Oil for Drug e Di Luca sono sintomi di una volontà di non cambiare a dispetto di quanto tutti, nel mondo del pedale, vogliano far caire. Il doping è arrivato persino in Formula 1 sotto forma di dati spiati, copiati e usati per avere un vantaggio nel tentativo di vincere. Il rugby, l'ultimo baluardo della lealtà e correttezza, del successo raggiunto con i muscoli e col cuore, è caduto. L'atletica in cui tutti corrono, saltano, e lanciano non ha trovato i mezzi per correre lontano, saltare o colpire con un lancio ben assestato, l'effetto anabolizzante, steroideo, ormonale di una delle piaghe che più del doping sta distruggendo un mondo dove finora era ancora lecito sognare: il business, salvadanaio degli sporchi, ammaliatore di illusi, virus letale.

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