07/11/07

TRONO E PANCHINA SONO DIFFERENTI?

Dal punto di vista meramente strutturale forse sono distinti. Per quel che concerne la funzionalità trono e panchina, invece, non sembrano manifestare troppe differenze. Nel calcio, la cosa, è un po’ diversa. Anzi, a pensarci bene, le sfumature si colgono bene anche se solo si immagina la conformazione estetica dei due oggetti o il significato intrinseco che essi contengono. Il trono è grande, bello, sinonimo di potenza, di autorità, la panchina invece è dimessa, umile, utile alla gente comune per riposarsi, magari, dalle fatiche della vita quotidiana. Questa distinzione la conoscono bene Adriano e Ronaldo: entrambi hanno vissuto le due dimensioni soltanto che la tendenza dei due, al momento, è uguale ma contraria. L’imperatore che fu, è già da un po’ sceso dal piedistallo dal quale, qualche anno fa ha guidato l’Inter prendendosi responsabilità e colpe di una squadra incapace di vincere. Ronaldo, invece, che sul trono ci è stato spesso e volentieri e da lì ha vinto mille battaglie e trofei da protagonista assoluto, è pronto a tentare la nuova scalata. Punto di mezzo tra l’oblio e la gloria, la panchina, per la quale entrambi sono passati. Adriano l’ha vista, l’ha provata ed è sceso preferendo accomodarsi, anzi è stato obbligato, in tribuna. Ronaldo l’ha trovata tanto scomoda da accelerare il recupero dall’ultimo infortunio. Se il trono ovviamente resta l’obiettivo, il traguardo, l’ambizione da raggiungere, che sia per la prima volta o per un ritorno, e dal quale una caduta può essere talmente rovinosa da far smarrire la retta via calcistica, per i calciatori la panchina dovrebbe essere il punto di ristoro, di riposo, di convalescenza da un periodo negativo, un rinnovato trampolino di lancio per riconquistare la credibilità perduta. Inzaghi in…segna.

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