07/11/07

I FIGLI DI ZIDANE

Negli ultimi tempi, da quando Zizou ha ormai appeso le scarpe al chiodo, lasciando agli appassionati un vuoto incolmabile dal punto di vista dell’edonismo del calcio moderno, si è parlato di eredi naturali, figli calcistici di un idolo universalmente riconosciuto. Attraverso questa definizione ci è passato Ribery, forte, fortissimo, ma per nulla simile alla grazia del gioco di Zizou. Ci è passato Gourcuff persosi nella pressante grandezza del prestigioso Milan. E’ toccato a Nasri, algerino-marsigliese, che in nazionale ha già debuttato e segnato e che, forse, realmente, per movenze e stile di gioco ricorda da vicino il fuoriclasse di Juve e Real. Ma prima di tutti l’etichetta di petit-Zizou l’aveva raccolta un certo Mourad Meghni, fenomeno decantato, giunto in Italia giovanissimo a Bologna dal Clairefontaine e debuttante in A già nel 2003. Una bolla di sapone, una meteora destinata presto a scomparire, incapace di reggere il confronto con i grandi del campionato nostrano e, dunque, con un destino già scritto e un biglietto di sola andata per la Francia. E invece a raccogliere il piccolo ma talentuosissimo francese è stata la Lazio, insoddisfatta in questo primo scorcio di stagione dalle prestazioni di Meghni, ma solo fino alla serata di Champions con il Werder nella quale il baby-fenomeno, un po’ cresciuto, ha incantato con la sua classe, con i suoi tocchi e il genio ribelle soltanto a sprazzi comparso nella militanza italiana. Rigore procurato e assist a Rocchi per una vittoria che ha, forse, segnato la svolta nella stagione della Lazio. Insomma Lotito, per quanto possa essere criticata la sua politica di gestione della società, ha scovato, ha cercato e, forse, ha ritrovato un talento, che per quanto buona possa essere stata la sua prestazione rimane tale. Si attendono conferme, intanto Rocchi ringrazia.

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