24/01/08

IL QUADRILATERO DELLA DISCORDIA

Vero è che un indizio non è una prova, ma i dubbi, quelli, c'erano sin da quando il tutto era stato già ipotizzato. Giusto avere un atteggiamento spregiudicato per chi è costretto a rincorrere un traguardo che potrebbe allontanarsi già al primo errore, saggio, forse, valutare bene modalità e tempistiche del rischio. Il "quadrilatero delle meraviglie", o come si voglia chiamare (anche tridente più Seedorf), sfoggiato nella gara contro il Napoli, a San Siro, da due match non si ripete sugli stessi standard di rendimento con l'aggravente, nella sfida disputata contro l'Atalanta, della sconfitta. Se la vittoria di Udine aveva, in parte, mascherato il problema di una squadra che sembra squilibrata, in trasferta, specie quando incontra avversari che allargano il gioco e spingono sulle fasce, la magagna è emersa con tutta la sua prepotenza al cospetto del gruppo di Delneri, noto per un gioco ad ampio respiro e per la propulsione costante sulle corsie con Langella e Ferreira Pinto pronti a sfruttare i varchi che, spesso Seedorf, ha lasciato sguarniti.Kakà, Gilardino o Ronaldo, Pato e Seedorf intasano spesso e inopportunamente gli spazi con il "Papero" sacrificato a partire molto lontano dalla porta e a non ricevere palloni in fette di campo che gli permettano l'accelerazione vincente. E, dunque, se da un punto di vista tattico, logico adottare uno schieramento del genere in casa, quando la vittoria diventa quasi un obbligo, più opportuno, a seconda delle gare, in trasferta garantire una certa solidità a centrocampo e piuttosto inserire un cursore di fascia che possa dare respiro alla manovra e allargare gli spazi. Insomma il "quadrilatero magico" va utilizzato quando necessario, non deve essere un obbligo, guai a diventare una idea di gioco dalla quale non discostarsi nemmeno a dispetto dei santi o delle sconfitte, occorre vincere per risalire, per farlo bisogna preservare un certo equilibrio di squadra.

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