25/06/08

NON SHEVA MA PAVLYU, GARANZIA NELLA DESINENZA

Non si tratta Mutu, non si e` chiesto Cassano, Adebayor costa troppo, Dinho resta sempre un sogno affascinante. Questioni di calciomercato, insomma, quello dove, in casa Milan spesso si e` soliti valutare con calma, aspettare il momento giusto e piazzare il colpo. Adriano Galliani ha detto di avere in programma una e una sola trattativa, quella per il togolese che l`Arsenal avrebbe promesso al Barça e certamente non al Milan. Eppure qualcuno crede ancora alla possibilita` che Arsene Wenger ceda alle pressioni del ragazzo e accetti l`offerta di 35 milioni fatta pervenire da via Turati. Ronaldinho, messo nel dimenticatoio per un po`, e` tornato di prepotenza, come al solito, attraverso le dichiarazioni di Roberto De Assis che dice di lavorare per portarlo in rossonero. Bene, insomma, ma il Milan non cerca una seconda punta, bensi` una prima. Drogba e` lontano, Eto`o costa troppo, l`accessibile sarebbe un`ipotesi forse rischiosa, oppure no. La Russia di Hiddink non ha messo in mostra solo il talento di Andrei Arshavin, ma anche l`efficacia di un certo Roman Pavlyuchenko dalla desinenza che rievoca ricordi gloriosi in via Turati.L`attaccante dello Spartak Mosca, per caratteristiche, rappresenta esattamente cio` che il Milan sta cercando: una prima punta forte di testa e cinica sottoporta. Il costo dell`attaccante e` di quelli sostenibili e ben inferiore alle cifre stratosferiche richieste per Eto`o o Adebayor: 10-12 milioni al massimo e lo porti a casa. Quello che potrebbe verificarsi e` un doppio colpo di mercato al prezzo di uno. Ronaldinho, che si presentera` a Barcellona per l`inizio della preparazione, potrebbe essere `svenduto` anche a 15-18 milioni, piu` quelli che servono per Pavlyuchenko e si arriverebbe a 30, meno di quanti ne occorrono per convincere l`Arsenal.Insomma, poi, c`e` da considerare la cabala e i numeri. Il centravanti di Hiddink segna, e tanto, con la squadra di club, tanto da avere una media di quasi 0,5 a partita. Insomma, non uno Sheva forse, ma possibilmente con un diminutivo meno elegante, quel Pavlyu che porta nella desinenza del nome la garanzia del potenziale campione.

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