21/08/08

ITALIA CROCE E DELIZIA, DIFESA DA RICOSTRUIRE

Ci si aspettava un`Italia rinnovata, nella mente, nella filosofia di gioco, nel modulo. Marcello Lippi ha preferito, come fece del resto quattro anni fa, ripartire da quanto predicato dal suo predecessore. Le avvisaglie nel dare una certa continuita` le si erano avute con la lista dei convocati: poche novita`, molte conferme. Trend manifestato anche nella scelta del modulo, il 4-3-3 utilizzato da `Lippi I` soltanto in sporadiche occasioni dettate, per lo piu`, da cause di forza maggiore. Il tridente, nato dalla necessita` di far coesistere, allo stesso tempo Del Piero e Di Natale, ha bisogno di essere rodato. Tanto movimento, poche combinazioni tra i due non hanno consentito all`Italia di garantire l`agognato salto di qualita` rendendo prevedibile un attacco che, nelle intenzioni, non avrebbe, Gilardino a parte, dovuto concedere troppi punti di riferimento e che, solo nella ripresa, con un Del Piero (nonostante un gol malamente mancato) in crescita nell’inusuale ruolo di trequartista, ha manifestato il suo teorico potenziale. Proprio il Gila, rigenerato dalla cura Prandelli e tornato prepotentemente in azzurro, dopo essere stato messo nel dimenticatoio da Roberto Donadoni, e` stato croce e delizia di un`Italia che ha riproposto le sue croniche magagne (due gol clamorosamente falliti), ma anche le sue potenzialita` sottoporta (in occasione della rete dell`1-2).Di Natale, il pallino per nulla nascosto dell`ex ct, ha garantito in parte superiorita` numerica, creando movimento, lasciando spazio ad un accorrente Zambrotta, discreto in fase di spinta, tutt`altro che sicuro in copertura. A meta` campo, Pirlo e De Rossi, con Aquilani a spingere dalle retrovie, hanno dimostrato di poter coesistere benissimo e, condizione permettendo, hanno tentato di dettare ritmi e tempi di gioco. Insomma tutte situazioni migliorabili col tempo e con uno stato di forma certamente diverso.Visibili, anzi, vistose, tanto, troppo, le amnesie manifestate in fase difensiva. Il reparto arretrato sembra quello che piu` necessita di modifiche e di lavoro. Bonera e Barzagli, in piu` di qualche circostanza, non sono sembrati per nulla a proprio agio. Movimenti disarmonici, marcature tutt`altro che ferree e un`insicurezza fin troppo appariscente. Vero che, probabilmente, non saranno loro i titolari, ma c`e` da garantire un futuro alla difesa della Nazionale e le preoccupazioni, sperando nel recupero piu` rapido possibile di Chiellini e in nuove chance da concedere a Legrottaglie, e` inutile dirlo, sono palesi.Il gioco, beh, almeno il tentativo di imporre la propria qualita` non e` mancato, specie in avvio di gara e nella ripresa quando il risultato di svantaggio richiedeva sollecitazioni immediate. Il carattere, che ai Mondiali ha contraddistinto la squadra campione in carica, e` rimasto. Alla fine, l`Italia, quella di Lippi, per quanto fatto vedere al cospetto di un avversario, l`Austria, i cui giocatori sono sicuramente piu` avanti nella preparazione, merita una sufficienza stiracchiata, il passato incombe, lecito aspettarsi di meglio. La consolazione, se puo` bastare, e` dettata dalla cabala: Lippi comincio` proprio con una prova non esaltante in terra d`Islanda, poi tutta una serie di vittorie e risultati positivi fino a Berlino...La storia viaggia per cicli, un nuovo inizio e una nuova fine, si spera, col medesimo risultato

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