17/04/12

La scommessa è Bessa, piccolo brasiliano d'Italia

“Bessa, Bessa, assim vocé mi mata…”, sarebbe il coro più adatto da intonare a un nuovo beniamino il cui nome s’inserisce a meraviglia in un’ipotetica revisione della partitura ideata da Michel Telò nel tormentone musicale che ha caratterizzato gli ultimi mesi del calcio giocato, o meglio esultato. Neymar ha pubblicizzato i passi di danza di questo brano, in Europa non c’è stato giocatore in ogni campionato che non ne abbia replicato l’uso. In Italia, all’Inter, c’è il possibile destinatario dell’incitamento. Daniel Bessa è uno dei talenti più puri che il calcio giovanile nostrano vanta di annoverare. E’ insieme a Lucas Piazon, precoce fenomeno del Chelsea, già inseguito dalla Juventus, la prova provata che il futsal brasiliano è spesso propedeutico al calcio.


Per questo classe 1993, con passaporto tricolore, il Curitiba è stato la palestra, l’Atletico Paranaense il club a garantirgli una chance a un certo livello, la mamma la sua tifosa più accanita e al tempo stesso il suo agente più convincente. La leggenda narra che sia stata proprio lei a indurre il talent scout nerazzurro Pierluigi Casiraghi a puntare su questo bambino-prodigio. Eppure ad Appiano Gentile, dopo aver mostrato sprazzi di classe cristallina, la sua mente, dunque il suo talento, è stato oscurato dalla preoccupazione per la mamma malata di tumore e poi guarita una volta giunta in Italia

Da allora Bessa, che non trovò molto spazio nella Primavera di Pea, è stato decisivo nella formazione che solo qualche settimana fa si è laureata “campione d’Europa” di categoria con Stramaccioni tecnico, deliziando la platea tra no-look e visione di gioco fuori dal comune. E’ un trequartista che può agire anche da seconda punta. Per qualcuno sarebbe già pronto al grande salto, molti lo hanno designato come il possibile e immediato erede di Wesley Sneijder, convinti che l’olandese sarà ceduto a fine stagione. Ipotesi tutt’altro che campata in aria, quest’ultima, ma la prima sì. E non perché con ogni probabilità non sarà Stramaccioni a guidare i nerazzurri nel prossimo campionato, ma soprattutto perché Bessa necessita di un rodaggio continuativo nel calcio dei grandi prima di esserne parte integrante in pianta stabile. Si eviterebbero le false illusioni costruite sul pur bravo Coutinho che tornerà fortificato dal prestito all’Espanyol.

Appunto, un prestito, la formula giusta che potrebbe valere un anno di magie firmate Bessa. Magari Pea penserà di dargli una nuova chance con il suo Sassuolo o, perché no, il Modena provare a convincere l’Inter che un periodo in Serie B potrebbe giovare al ragazzo. D’altronde il Milan ha deciso di puntare su El Shaarawy dopo una stagione trascorsa al Padova. In ogni caso Bessa invoglia: “…Ai se eu te pego”.

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