Negli ultimi tempi lo abbiamo udito spesso: l’Italia è un
Paese per vecchi. Vale per ogni ambito della vita sociale, da questa verità non
è escluso il calcio. Ci si domanda perché la nostra pedata lasci impronte
sempre meno percettibili a livello internazionale, restiamo stupiti dai
fallimenti di società di categorie inferiori, pur sempre professionistiche,
come sovente accade in Lega Pro, inabissate da debiti persistenti. Un passo
indietro occorre farlo. Non sarà possibile (eppure accadrà) per le big della
nostra serie A? In cadetteria, invece, è la strategia idonea alla sopravvivenza
dei club e perché no propedeutica a possibili stagioni di gloria. Il Pescara
insegna: giovani, volenterosi, affamati, promettenti. Pochi giocatori di
proprietà, molti prestiti. Anche così si può andare avanti. In quest’ottica
s’inserisce il consiglio per l’acquisto di questa settimana, studiato,
preparato e corroborato anche da un risultato significativo: il Milan
qualificatosi per la Final Four Scudetto del campionato Primavera. Gianmario
Comi e Simone Andrea Ganz sono i figli d’arte della formazione di Dolcetti. Da
questa squadra, nel recente passato, sono venuti fuori i vari Strasser, Merkel
e De Sciglio, prima di loro il talentuoso Davide Di Gennaro che così bene ha
fatto a Modena.
Il nome a cui guardare per l’immediato futuro, sfruttando la necessità dei rossoneri di far maturare qualche ragazzino interessante, è quello di Luca Bertoni, un cognome che richiama alla mente quello di un argentino campione del mondo con l’abiceleste nel lontano 1978. Ma Luca è meno offensivo di Daniel, un centrocampista di costruzione, un regista arretrato capace di cucire il gioco e di dettare i ritmi alla squadra. I più entusiasti rivedono in lui un piccolo Xavi, ama scambiare la palla secondo la versione italiana del tiki-taka blaugrana. A tendere, qualcuno lo vede già come erede del Pirlo perduto, altro traguardo a cui ambire. Confronti che pesano sulle gambe e nella mente di un classe ’92 che ha dedicato metà della sua vita al Milan. Dicono che abbia una lucidità unica nell’analizzare lo sviluppo dell’azione, sia essa in fase difensiva che offensiva. Ultimamente ha migliorato le sue doti di goleador.
E’ difficile che il Milan possa concedergli una chance già dalla prossima stagione aggregandolo alla prima squadra, più semplice mandarlo in prestito a farsi le ossa. Il tempo di giocare con i ragazzi è finito. Bertoni è pronto, qualcuno si faccia avanti.
Il nome a cui guardare per l’immediato futuro, sfruttando la necessità dei rossoneri di far maturare qualche ragazzino interessante, è quello di Luca Bertoni, un cognome che richiama alla mente quello di un argentino campione del mondo con l’abiceleste nel lontano 1978. Ma Luca è meno offensivo di Daniel, un centrocampista di costruzione, un regista arretrato capace di cucire il gioco e di dettare i ritmi alla squadra. I più entusiasti rivedono in lui un piccolo Xavi, ama scambiare la palla secondo la versione italiana del tiki-taka blaugrana. A tendere, qualcuno lo vede già come erede del Pirlo perduto, altro traguardo a cui ambire. Confronti che pesano sulle gambe e nella mente di un classe ’92 che ha dedicato metà della sua vita al Milan. Dicono che abbia una lucidità unica nell’analizzare lo sviluppo dell’azione, sia essa in fase difensiva che offensiva. Ultimamente ha migliorato le sue doti di goleador.
E’ difficile che il Milan possa concedergli una chance già dalla prossima stagione aggregandolo alla prima squadra, più semplice mandarlo in prestito a farsi le ossa. Il tempo di giocare con i ragazzi è finito. Bertoni è pronto, qualcuno si faccia avanti.
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