17/07/12

Scapuzzi, fare spesa al Man City non è follia


Ormai è chiaro che il calcio italiano sia un prodotto “declassato”. I ricchi dell’era moderna, vale a dire investitori arabi o tycoon russi, piuttosto che americani, preferiscono altre realtà a quella nostrana. Declassato, dicevamo, nell’appeal forse, ma non nella sua capacità di rigenerarsi. Molti si disperano nel vedere partire i grandi campioni, i tifosi, a tutti i livelli, temono che la propria squadra non abbia la capacità di rinforzarsi. Non siate troppo pessimisti, questa è un’occasione unica per ricostruire dalle fondamenta il calcio in Italia, rendendolo autoctono, più solido, capace, nel caso, di esportare più che di importare e di arricchire anziché impoverire. Non accusatemi di essere un inguaribile sognatore o più moderatamente un ottimista a oltranza, vedere il bicchiere mezzo pieno è l’inerzia da sfruttare per un nuovo slancio.

Il suggerimento è quello di cominciare dal riportare i nostri talenti, quelli non ancora maturi, in patria. Nell’occasione la mia attenzione si è focalizzata su Luca Scapuzzi. Sì, è del Manchester City obietterete, come potrebbe tornare in Italia, magari in serie B? Innanzitutto perché a Manchester nell’ultima stagione non ha avuto molto spazio, poi perché Roberto Mancini lo ha comunque mandato in prestito in leghe inferiori, Oldham Athletic  prima (in League One), Portsmouth poi (in Championship).  Centrocampista offensivo classe 1991 dal fisico affusolato ma con muscoli che devono ancora sviluppare tutta la loro potenza, è cresciuto nelle giovanili del Milan prima della parentesi Portogruaro dove ha vissuto la promozione in serie B prima della fuga.

Nell’estate del 2011 il City aveva deciso di aggregarlo in prova, il gol segnato nella Dublin Super Cup appena entrato in campo aveva convinto i dirigenti a sottoporgli un contratto triennale. Il debutto in Coppa di Lega contro il Birmingham City e il quasi gol (fu poi indicato come autorete) al Wolverhampton, avevano certificato la qualità dell’affare, ma non gli hanno garantito un impiego più frequente. Le esperienze temporanee durante la scorsa stagione non gli hanno permesso di avere continuità di rendimento e nell’annata calcistica che sta per cominciare resterà chiuso dai super campioni del City. Probabilmente verrà messo a disposizione di chi saprà concedergli una chance per giocare con frequenza. Mancini non lo cederà a titolo definitivo, ma in prestito sì. Non sarebbe male fare un tentativo. Cominciamo da qui, facciamo maturare i nostri talenti in Italia.

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