16/01/08

ZITTI E...MUTU

Un talento restituito al calcio, forza di volontà che ha contribuito alla sua rinascita, scommessa vinta prima dalla Juve che lo ha reso di nuovo un calciatore e poi dalla Fiorentina che ha investito e fondato il suo futuro su un campione che aveva solo bisogno di conferme. Il Chelsea, le storie di cocaina, sono ormai lontane per Adrian Mutu che Prandelli ha rivoluto fortemente con sè. Il rumeno è tornato quello che a Parma fece grande un Adriano caduto in disgrazia. Corvino ha deciso di costruirgli intorno la squadra per restituire a Firenze un progetto finalmente vincente. Adrian ha fatto grande Toni, ha provato a lanciare Pazzini e presto si è ritrovato come compagno di squadra, quel Vieri che all'Inter spopolava quando, lui, giovane acquisto dell'era Moratti, vagava per Appiano Gentile cercando di carpire qualche segreto a Roby Baggio. Come a chiudere un cerchio Mutu, come fece il fuoriclasse di Caldogno, veste quella maglia viola fin troppo magica per chi sulla schiena porta il "10" che fu dei grandi a cominciare da Giancarlo Antognoni, passando per Baggio e per finire a Rui Costa. Un passato che non pesa per nulla al rumeno dalla faccia d'angelo, scalfito nel profondo dai cori razzisti confezionati dallo stadio che fu suo e prontamente puniti con una doppietta indirizzata a quei pochi e neppure tifosi del Parma con un gesto visibile a tutti e dal significato inequivocabile, appunto Zitti e Mutu.

Nessun commento: