20/02/08

CHAMPIONS, TUTTA UN'ALTRA STORIA

Sarà l'aria europea, sarà il timore reverenziale che città storiche, di tradizione calcistica indiscutibile genera, sarà anche perché in alcuni stadi non è proprio facile giocare, fatto sta che la coppa dalle grandi orecchie assume caratteristiche diversissime rispetto alle gare entro i confini nazionali. Presuppone un diverso modo di preparare la gara e perché no obbliga a essere spregiudicati per prevalere sull'avversario. Non serve accortezza, per carità in senso lato, viene premiata chi tra le due contendenti riesce a dare al gioco la propria impronta, incanalandolo nella propria direzione, accaparrandosi la lealtà della palla che fa più o meno quello che si vuole. L'inferno di Anfield Road l'Inter lo ha vissuto da vicino, come 43 anni fa, come in quell'occasione fu sconfitta ma forse, questa volta, non ci sarà il lieto fine che la squadra del mago Herrera seppe tirare fuori dalla nottata di San Siro. Un'Inter troppo fragile mentalmente, capace di restare in 10 uomini per due sciocchezzze, benché esageratamente punite da De Bleeckere, ma pur sempre due leggerezze che sono costate molto, anzi, moltissimo. E se a commetterle è uno dei suoi leader conclamati come Marco Materazzi, la testimonianza diventa una prova di fragilità psicologica che in Europa si paga. Ibra, vero lasciato da solo contro un intero reparto, non ha inciso, eppure era il più fresco di tutti. Mancini ha, di netto, sbagliato formazione con Chivu a soffrire a sinistra insieme a Maxwell e Stankovic a rincorrere Gerrard e company sulla destra. Insomma, avversari di tutto rispetto, non Pulzetti o Diamanti, non ce ne vogliano i due bravissimi livornesi, campioni che hanno vinto tanto e per questo senza ritrosie di sorta al cospetto di un avversario vincente sì in Italia, ma che in Europa fa ancora davvero troppo poca paura.

Nessun commento: