21/02/08

IN EUROPA POCHI APPLAUSI PER IBRA

Ci si aspetta che la qualità di un giocatore importante emerga nelle sfide che contano, quando il leader di un gruppo, in quanto tale, è obbligato a prendere la squadra per mano e a condurla, o almeno provarci, alla vittoria. Questo doveva essere il compito di Zlatan Ibrahimovic nella serata di Anfield. Speranza che è andata disattesa per mille motivi e se, da una parte, resta la giustificazione di aver dovuto affrontare tre quarti di gara con l'uomo in meno, tuttavia lo svedese si è mostrato recidivo nei flop nelle grandi sfide in Champions. Successe già in due occasioni con la maglia della Juve, si è ripetuto per la seconda volta con il Liverpool in nerazzurro. Se poi ci si mette che la squadra è stata, in parte anche contestata, al ritorno, in aeroporto, qualcosa non torna.Anche l'anno scorso, a Valencia, lo svedesone non riuscì a garantire ai compagni quelle giocate che, spesso e volentieri, ne contraddistinguono la classe entro i confini nazionali o anche nelle prime fasi della manifestazione più importante d'Europa. Rendimento non all'altezza, invece, quando si tratta di gare da dentro o fuori e per lo più contro avversari di grande tradizione. Nel 2005, con la Juve, ancora il Liverpool fu a frenare l'esplosione di Ibra, nel 2006 ci pensò l'Arsenal. Dopo Valencia, per Ibra è tornato l'incubo "Reds", per superare l'empasse si attende una grande prova al ritorno, l'occasione giusta per consacrarsi leader anche nelle grandi sfide e legittimare la sua voglia di Pallone d'Oro.

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