26/02/08

KAKA', BOTTE DA ORBI

Uno studio per dimostrare come ci sia un disegno premeditato per limitare Kakà nelle sue giocate, per non permettergli di esprimersi al meglio, interrompendo la sua azione attraverso trappole architettate sapientemente e messe in atto in modo tale da non incorrere in sanzioni particolari. Tutto ciò sta, secondo una riflessione del sito del Milan, alla base dell'infortunio di Kakà, maltrattato dagli avversari e non tutelato da arbitri che non puniscono a dovere entrate portate appositamente sul brasiliano per restringerne la pericolosità d'azione. Prese ad esempio le ultime gare di campionato disputate dall'asso brasiliano, nelle quali si contano diversi interventi (almeno tre) nella prima mezz'ora di gioco, tutti con la stessa caratteristica: entrate al limite sul piede d'appoggio i cui autori sono sempre diversi.Qui parte la denuncia dei rossoneri secondo cui esista una 'strategia' verificata proprio dal fatto che mai per due volte consecutive è lo stesso giocatore a picchiare duro. E se gli arbitri "sorvolano bellamente" su queste entrate, l'accusa è indirizzata anche ai singoli avversari che assumono, nei confronti del Pallone d'Oro, un atteggiamento intimidatorio allo stato puro. Viene richiamato un intervento di Carrozzieri, in Atalanta-Milan (gara sospesa) dopo pochissimi minuti. Di qui ancora l'indice puntato sui fischietti che, poi, quando è il brasiliano a commettere un fallo da dietro, e nemmeno cattivo, segno inequivocabile di frustrazione, sono pronti a mostrare il cartellino giallo.La conclusione è che i 'carnefici' vengono perdonati e, dunque, tutelati rispetto alla vittima che viene definito un "giocatore braccato, sottoposto ad agguati continui". La denuncia è forte e confortata anche dalla necessità di limitare, e non solo in Italia, il gioco duro e antisportivo (Eduardo dell'Arsenal insegna), perché una domanda nasce spontanea a Milanello: fino a quando durerà questa situazione?

Nessun commento: