16/02/08

NEVERENDING...MALDINI

Storie di miti e leggende, quelle che restano indissolubili e refrattarie al trascorrere del tempo, da tramandare ai figli, ai nipoti e a tutte le generazioni che, da qui in avanti, ameranno questo sport. Paolo Maldini è l'icona di un calcio che tiene la testa alta e in cui le bandiere, o presunte tali, finiscono nella ragnatela del business, del calciomercato, tradendo una maglia per cui si è vissuto. Non lo ha fatto il capitano rossonero, anzi ha ribadito la sua appartenenza a una e una sola squadra attraverso il traguardo delle mille partite, nuovo battesimo che lo consacra, definitivamente, re dei re milanisti. Una condizione non più eccezionale, ginocchia che fanno le bizze, eppure Maldini è ancora in campo a 39 primavere e mezzo suonate. Questo sarà l'anno in cui dirà addio al calcio giocato e porrà fine, sembra un paradosso, alla sua storia infinita, salvo voler celebrare l'addio con l'ultima ciliegina sulla torta: finale di Mosca e Champions League.Entusiasmo da vendere, capacità di rimettersi in gioco, sempre e comunque, anche di fronte a aitanti e baldi giovani. "L'entusiasmo deve esserci per forza, altrimenti non giochi con ragazzi molto più giovani", ha precisato. Lui l'età non la sente né nell'animo, né nella testa dall'alto dei suoi trofei, della sua saggezza di uomo guida per i compagni, a tutt'oggi, anche quando in campo si sente la sua mancanza e, inevitabilmente, ci si accorge di quella presenza, così rassicurante, mitica, talvolta, addirittura ingombrante.

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