15/08/08

SOL LEVANTE...VENTO DI PONENTE

Stesso presente, elemento comune, l'acqua, a tenerli a battesimo, costante di vita e di sport. Michael Phelps e Laure Manaudou, passato glorioso e presente assai dissimile. Il campione e la campionessa, forse ex, forse no, da domani, da quando lascerà Pechino per riflettere su quale dovrà essere il suo destino, lontano dalla piscina oppure di nuovo in corsia a combattere per tornare a essere se stessa, perché a 22 anni e mille successi, olimpici, mondiali e minori non si può improvvisamente affogare nella depressione dilagante per successi promessi e mancati al cospetto di avversarie che, forse, non può essere un dramma ammetterlo, ne hanno avuto di più: di motivazioni, di forza, di velocità. Capitolo chiuso, insomma, i cinque cerchi cinesi come spartiacque tra il baratro e il purgatorio, necessaria espiazione di colpe per ritrovare motivazioni, sopite, e vincere la scommessa con se stessa. Vento di ponente che porta lontano dalla gloria, aria che manca per ritrovare il respiro e la bracciata, brezza che può, tuttavia, cambiare e ripristinare lo status quo. Sol levante, il contraltare, e non solo perché la Cina è troppo vicina al Giappone, ma perché Michael Phelps resta la vera leggenda di questi Giochi. Il record di Mark Spitz ad un passo, impresa vissuta con il compiacimento provato rispetto a ciò che, tutto sommato, in fondo, è un gioco, Olimpico ovvio, ma pur sempre puro divertimento. Nessuna fatica, sorrisi, niente drammi se non saranno otto ori e otto record del mondo a connotare, alla fine, il bottino del ragazzo di Baltimora e a proiettarlo nel mito di Olimpia. Due modi di intendere il proprio lavoro, ops, il proprio sport, da vivere con passione, senza isterismi, perché un risultato, è vero, determina ciò che si è oggi, ma non cancella quello che si è fatto ieri.

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