22/03/12

Modena e Sassuolo: Esposito, fair play finanziario e in campo



Potreste darmi del visionario, dell'inguaribile sognatore e sareste giustificati. Ma la premessa non inficia il ragionamento: abbiate la pazienza di leggere, ricordare e immaginare. Si parte dal fair play (sportivo), si arriva al fair play (finanziario). Nel mezzo un potenziale affair rischioso per quanti non credono ai piccoli fenomeni che si nascondono nelle paludose categorie dilettantistiche spesso bocciati per partito preso, perché se giocano lì non possono essere all'altezza. Ne avrete sentito parlare, se così non fosse sarò io a ricordarvi il più bel gesto sportivo dell'ultima settimana calcistica. Quarti di finale della Coppa Italia dilettanti, a Termoli, centro del Molise, è di scena la nobile decaduta Torres contro la compagine locale che è a un passo dalla qualificazione (poi ottenuta) e che beneficia di un calcio di rigore accordato per un inesistente fallo su Esposito. E' lo stesso attaccante a prendersi la responsabilità della battuta: il portiere sardo Deliperi incrocia le braccia in segno di protesta, Esposito calcia volutamente fuori, viva la lealtà.

Questo è l'antefatto per parlarvi di un potenziale campione, non a caso prima la Juventus e poi il Bari hanno tentato in tutti i modi di farlo crescere nel loro settore giovanile. Niente da fare. Vittorio Esposito è un ragazzo di 23 anni e mezzo che ha imparato l'arte del calcio maleducato per strada, cresciuto a San Martino in Pensilis, paesino che si affaccia sulla costa molisana. Carattere difficile, spirito libero, troppo complicato incorniciarlo in rigidi schemi, di vita e di campo. Ha incantato i talent scout bianconeri e i galletti pugliesi all'epoca delle giovanili ma non ha resistito alla sua personalissima saudade in entrambe le occasioni gettando all’aria la chance della vita. Si è accontentato di segnare caterve di gol tra i dilettanti: Campobasso, Petacciato, Vasto, Termoli. Ha la stoffa del calciatore vero. Non ci credete? Provate a digitare su un pc il suo nome e a guardare: tecnica, dribbling, velocità, tiro. Giocherebbe allo stesso modo, e a mio parere con il medesimo risultato, in qualsiasi categoria. Diversi anni fa fu un certo Cristian Bucchi a fare il salto dai dilettanti del Settempeda alla serie A con il Perugia di Gaucci e la sua carriera lo portò fino in Emilia dove a Modena lo ricordano bene grazie a 29 gol segnati in 41 incontri. Costo praticamente nullo, plusvalenza incommensurabile. Perché non tentare la buona sorte che accompagnò gli umbri anche su questo ragazzo?

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