03/04/12

Braveheart Pascali, l'italiano mito di Scozia

Parlandoci per un po’, ripercorrendone la carriera, valutando ciò che è stato e ciò che è, rivisitandone i sacrifici, le illusioni e oggi, finalmente i trionfi, la mia mente mi riporta alla scena di un film bellissimo, travolgente. “Fra molti anni da adesso, siete sicuri che non sognerete di barattare tutti i giorni che avrete vissuto a partire da oggi, per avere un'occasione, solo un'altra occasione, di tornare qui sul campo? (…)” disse il patriota William Wallace all’esercito scozzese intimorito dalla cavalleria inglese nell’imminente battaglia di Stirling Bridge, nei pressi di Falkirk. Credo, anzi ne sono sicuro, che Manuel Pascali sia un moderno “Braveheart”, un condottiero, il leader, il capitano del Kilmarnock Football Club, la squadra più antica di Scozia.

Un cuore impavido che ha saputo, a un certo punto della sua carriera, vincere l’illusione e la delusione della massima serie mai arrivata nonostante, dopo le stagioni vissute tra Alessandria, Pizzighettone e Carpenedolo, fosse stato acquistato dal Parma nel primo anno di Ghirardi presidente, ma mai sceso in campo, rispedito, come il più banale dei pacchi postali, in prestito al Foligno in serie C. Tutto da rifare. La voglia intatta di dimostrare di valere, il consiglio e l’aiuto di Sergio Porrini, già giocatore dei Glasgow Rangers, per sostenere un provino a Kilmarnock, fredda e umida cittadina dell’East Ayrshire. Un contratto nella Scottish Premier League guadagnato con quelle armi che ne hanno fatto un punto di riferimento dei Killies: quantità, grinta, geometrie, pochi gol, ma pesanti come macigni. La gloria definitiva è giunta lo scorso 27 novembre con un colpo di testa all’indietro che ha inflitto la prima sconfitta da 33 anni ai Rangers ospiti a Rugby Park. Idolo. Poi l’infortunio che gli è costato il resto della stagione ma che non gli ha impedito di sollevare la Coppa di Lega vinta da capitano non giocatore ad Hampden Park contro il Celtic, la prima della storia per la sua squadra.

A giugno, o magari anticipando i tempi, questo è l’augurio personale, sarà di nuovo tirato a lucido. Poi si aprirà il mercato, il suo contratto è in scadenza, un parametro zero pronto ad accettare una nuova sfida. La giusta occasione per tornare su quel campo, proprio come Wallace aveva chiesto ai suoi soldati, dove quel sogno (con il Parma) era svanito e dove, grazie a Sassuolo o Modena, potrebbe ancora realizzarsi.

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